Dj del futuro

In principio fu il vinile. Un disco rigido da 12″, fatto di solchi e pronto a girare  33 volte al minuto. Da mettere sui proverbiali Technics, quelli coi cerchietti nella base del disco, con la lucetta per la calibrazione, con la leva per regolare il tempo.

A cavallo tra gli anni 90 e i 2000 arrivarono i CDJ. Come un miracolo di Sant’Antonio consentivano le stesse incredibili evoluzioni musicali dei vinili ma stavolta in modo più compatto e con un supporto sempre più diffuso negli scaffali dei negozi.

I DJ d’annata storsero il naso: vuoi mettere la sensazione di “toccare la musica”? E poi: “il vinile suona meglio” e bla bla bla…

La nuova era

Il nuovo millennio è entrato nel pieno del suo fulgore e in un’epoca nella quale persino il CD sembra roba da mercatino delle pulci, figurati se il DJ 2.0, quello che smanetta su YouTube e Facebook, possa non usare un PC per sfogare la sua inventiva!

I tempi sono maturi e oggi si mixa col software e gli MP3. La musica si è volatilizzata, il supporto fisico non esiste più e la stessa canzone l’ascolti su un pc, un iPod o un telefono. E, ovviamente, la mixi anche in digitale.

Aridaje con il “tradizionalismo”: il C-DJ si lamenta che non esiste che qualcuno (o qualcosa) metta a tempo le canzoni al posto tuo. Che tutto stia dentro a una fredda pennina USB o, peggio, un HD.
Che il mixaggio non solo tu possa “sentirlo” ma persino “vederlo”.
Figuriamoci i figli degli anni 70 e 80, “quelli del vinile”, che lo fermano, lo modulano e “scratchano” con le loro mani. Cosa penseranno ora vedendo due brani trasformati in un grafico spettrale?

Eppure, che la gente dica e pensi quello che gli pare. Che i “matusa” continuino a preferire il profumo e il tatto “vinilico”. Se vogliamo, si può anche capire. Fatto sta che a noi “progressisti” il futuro piace. Eccome se piace!

Per un dj che vuole (e si vuole) innovare, trovarsi di fronte un Traktor Pro e un controller Midi di ultima generazione equivale a portare un ragazzino a Disneyland.

Forse se Frankie Knuckles o Tony Manero avessero visto negli anni 70 quello che si può fare oggi con la musica sarebbero svenuti e i festini al monumentale “The Loft” di New York sarebbero stati ancora più esaltanti.

Così come i CDJ avevano introdotto un nuovo modo di mixare (non più usare le mani sul disco per fermarlo, velocizzarlo, farlo ripartire ma i tasti per cercare il punto di “cue” e una manopola per variare il tempo) ora i software ci regalano nuove, esaltanti funzioni che da un lato semplificano la vita e dall’altro lasciano il tempo all’estro per creare e sbizzarrirsi.

Traktor

Un software di mixaggio professionale come Traktor Pro (davvero impressionante) permette di mettere a tempo anche solo visivamente un brano impostando la griglia delle battute in corrispondenza dei picchi sulla forma d’onda (i bassi), di memorizzare i punti di cue per riaverli come per magia al prossimo caricamento della traccia, di premere un solo pulsante per sincronizzare le tracce e tenerle a tempo anche se si varia la velocità di uno dei due deck.

Loop ed effetti di qualsiasi tipo sono alla portata di tutti con un paio di tasti.

Addio valigioni e casse di dischi e cd. Bastano un paio di lettere nel campo di ricerca per ottenere i brani che si vogliono suonare. Sempre che prima non si sia organizzato tutto in apposite cartelle con una playlist o un genere prediletto…

Ordinare i brani per bpm? Basta un click. Sapere cosa hai suonato di recente? Pure. Ricordarsi se un brano è già stato suonato in serata? Basta leggerlo sullo schermo dove i brani già utilizzati in sessione vengono segnalati.

Ma c’è spazio anche per i più tradizionalisti: chi vuole può mixare come suo solito e lasciar perdere il syncro. Sia che si voglia usare la modalità “cdj” che quella vinile. C’è persino la possibilità di usare i “timecode”, cd o vinili speciali, che permettono di mixare con i vecchi supporti senza stavolta cambiare di volta in volta disco ma caricando la traccia via software.

Certo, visto che si è già nel futuro tanto vale approfittarne. E procurarsi un controller Midi che raccolga in un unico dispositivo grande poco meno di un notebook una console super accessoriata che sostituisca giradischi, cdj e mixer.

Ormai il mercato è maturo: sia che si sia dei “poveracci” alle prime armi che hanno poco da spendere per divertirsi, sia che si sia dei professionisti da mille euro a serata, c’è il giocattolo adatto: così come Technics per i giradischi e Pioneer per i CDJ, Vestax sembra essere il marchio più affidabile per girare e rivoltare gli mp3 come più ci piace.

Il Vestax Typhoon

Il top al momento è la VCI-300 ma chi vuole spendere meno può anche accontentarsi delle nuovissime Spin (per Mac) e Typhoon (per Windows).

Io ho preso quest’ultimo ed ecco le mie considerazioni.

Prima i difetti:

  • gli slider dei volumi dei due deck nel mixer presentano un ritardo se mossi velocemente. Leggero è vero, ma sempre percettibile e alle volte fastidioso. Ipotizzo (spero) che Vestax fornisca presto un upgrade del firmware per ovviare
  • equalizzazione e gain vengono impostati con slider e non con manopole come nei mixer tradizionali. Scelta curiosa specie per chi è abituato da anni allo standard tipico
  • un pò troppa plastica in giro. Inevitabile se si guarda il prezzo

I pregi:

  • dimensioni: grosso modo un notebook chiuso. Nè troppo grande nè troppo piccolo
  • peso: una piuma
  • jog: metalliche, sensibili al tocco e grandi. Come avere un CDJ
  • scheda audio integrata: pur non essendo certamente professionale fa pienamente il suo dovere e permette di essere pronti all’uso. Attaccate il controller all’usb del PC, l’impianto audio ai due jack di uscita e siete pronti a far ballare la gente
  • affidabile: preciso, istantaneo (slider del mixer a parte), “robusto” come da tradizione Vestax
  • mappatura: volendo è già perfetto così com’è. Le funzioni che servono ci son già tutte, tra slider, jog, manopole e tasti. Dopo un pò però lo personalizzerete a piacimento e non ve ne pentirete
  • look: dalla foto sembra un pò troppo “sparato”. A vederlo in azione invece fa la sua “porca” figura. I tasti, ovviamente, si illuminano di diversi colori durante il funzionamento
  • Traktor: probabilmente il software più professionale per mixare live. Per fare le cose seriamente aggiornate la versione LE in bundle col controller con quella Pro (scontata grazie all’upgrade online).

Personalizzazione

La magia più grande è la personalizzazione (quasi indispensabile per fare le cose fatte bene): ogni tasto, manopola, slider e, analogamente, ogni funzione di Traktor è mappabile a piacimento. Basta qualche minuto di apprendimento, dopo lo smarrimento iniziale, e una volta capito il sistema, il controller si plasmerà su di te e le tue specifiche tecniche di mixaggio.
Esempi? Io, non avendo esigenze di scratch, ho tolto il controllo “vinile” sulle jog e lasciato solo quello cdj (tempo bend). Ho aggiunto funzioni di ricerca rapida sul brano tramite le jog, di messa a tempo delle tracce mediante grid e cue point, impostato i tasti in modo da avere un comportamento ancora più simile ai CDJ. Semplicemente fantastico!

Conclusioni

Quando si finisce di “smanettare” e si spegne tutto si prova un senso di stordimento.

Tutto questo ben di Dio in un notebook e in un controller ancora più leggero. Tutto lì. Ore, giornate intere di musica da mixare in base al nostro estro in meno di 5 kg. Incredibile!

Il tatto col vinile può essere un’altra cosa, ok. Il fascino di sincronizzare due brani mettendo letteralmente le mani su di essi pure. Ma portarsi tonnellate di dischi in un’unica console, scegliere i brani con tanta varietà di scelta e opzioni, dedicare tutto il tempo della tua serata a scegliere la musica migliore, mixarla in modo creativo ed efficace e magari godersi anche lo spettacolo (il tuo), piuttosto che rovistare tra cd e vinili e passare il tempo a contare le battute, diciamocelo, non ha prezzo!

Non c’è dubbio: il futuro è tra noi. Ci circonda e ci ubriaca. Basta saperlo acchiappare e goderselo nel modo giusto.

4 thoughts on “Dj del futuro

  1. Ho letto anch’io da qualche parte che qualcuno ha avuto difficoltà.
    Io non ho avuto problemi (ho un Sony Vaio con processore Intel Core Duo P7350 2,0 Ghz). Lo stesso altre persone che conosco e che ce l’hanno.

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