La politica del fare

Ho appreso la notizia della demolizione dei chioschi del Poetto, la spiaggia della città di Cagliari, con sgomento e incredulità. Se non un suicidio come minimo mi sembra una “puttanata” pazzesca.

Penso che sia l’ora di finirla una volta per tutte con la politica del “DEMOLIRE” e di cominciare con quella del “FARE”.

Non è possibile che si parli solo di demolizione e non si proponga invece un progetto serio di ammodernamento che segua una logica turistica in linea con quella di qualsiasi altra realtà analoga, in Italia e nel mondo.

E’ vero, ci sono abusi ed è giusto intervenire. Ma non si può pensare di agire senza considerare la situazione OGGI e non quella di 10 / 20 anni fa. Quei chioschi oggi offrono un servizio utile alla collettività perchè danno lavoro a centinaia di persone e offrono servizi ai cittadini animando una zona vitale della città.

Non si può pensare di distruggere tutto senza pensare PRIMA al DOPO, come è successo per i ricciai: a distanza di mesi il risultato è che oggi son state rovinate intere famiglie, i cagliaritani non possono più mangiare ottimi piatti a prezzi umani e strutture (abusive) ormai fatiscenti sono ancora là, in un punto di interesse ambientale e turistico di enorme valore. I responsabili politici di tutto questo dovrebbero pagare molto più caro dei proprietari di quei chioschi.

Non è assolutamente pensabile che un lungomare come il Poetto non venga attrezzato adeguatamente di strutture che garantiscano durante il giorno servizi spiaggia di primo livello e durante la notte di servizi di ristorazione e di intrattenimento (dalla musica live a quella da ballo) come in QUALSIASI località turistica degna di questo nome. Nè è pensabile, specie in un periodo di crisi come questa, che si distrugga il lavoro di intere famiglie come se niente fosse, solo perchè non si è stati in grado di vigilare a suo tempo, chiudendo gli occhi prima e spalancandoli all’improvviso oggi.

Il Poetto va riprogettato da tempo, chioschi compresi. Che li si ristrutturi e li si adegui a standard qualitativi consoni a quello che è oggi una città come Cagliari.

Per cui si parli non di DEMOLIZIONE ma di RIQUALIFICAZIONE e lo si faccia con progetti seri, una volta per tutte, che tengano conto delle esigenze di tutti, a cominciare dai cittadini, e non solo di quei quattro pesci grossi che vogliono spartirsi tutta la torta.

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